Ethiplayer, la filiera che mette l’etica al centro della cosmetica

da | Mag 15, 2025 | Attualità, Primo piano | 0 commenti

Quando nel 2021 Cobiosa – piccola multinazionale spagnola che da quasi cinquant’anni studia principi attivi di origine naturale – ha annunciato la nascita di Ethiplayer, più di un addetto ai lavori ha storto il naso. «Un’altra etichetta green?» sospirarono in molti. Tre anni dopo, i numeri e i racconti che arrivano dalle comunità andine dimostrano che non si tratta dell’ennesima operazione di marketing, ma di un modello industriale capace di coniugare redditività, inclusione sociale e tutela della biodiversità. Questo articolo ricostruisce la genesi del progetto, ne analizza i meccanismi interni e fotografa l’impatto – economico, ambientale e reputazionale – che inizia a farsi sentire in un mercato della bellezza sempre più sensibile alla parola sostenibilità.

Dove nasce l’idea

Il mondo del beauty vale oggi oltre 650 miliardi di dollari e cresce a ritmi a doppia cifra, trainato da skincare e haircare premium. All’interno di questo universo, i cosmetici naturali e “clean” sfiorano i 22 miliardi e, secondo le stime di InsightAce, raddoppieranno entro il 2032. Più interessante ancora è il sotto‑segmento “sustainable & ethical beauty”: 190 miliardi di dollari nel 2024 con previsioni di 433 miliardi nel 2034. Una tendenza che riflette, dati alla mano, un cambio di paradigma culturale: il 68 per cento dei consumatori dichiara di voler conoscere l’impatto sociale e ambientale di ciò che acquista; il 41 per cento ammette di farsi influenzare dai contenuti social che parlano di sostenibilità.

Cobiosa intercetta questo bisogno e guarda al Perù: uno dei 17 Paesi megadiversi del pianeta, 30 000 specie botaniche, 84 microclimi su 117 esistenti. «La biodiversità peruviana è un laboratorio a cielo aperto – spiega Luis Alcalde, direttore R&D – e allo stesso tempo un territorio fragile, dove la raccolta intensiva può provocare squilibri ecologici e tensioni sociali». Nel 2021 il management decide di trasformare questa ricchezza in un progetto di filiera etica: nasce Ethiplayer, “player etico” che fissa regole vincolanti lungo tutta la catena del valore, dalla pianta al vasetto di crema.

Tre pilastri, zero compromessi

Il protocollo Ethiplayer ruota attorno a tre princìpi non negoziabili. Il primo riguarda le persone: prezzi equi concordati a inizio anno, valorizzazione delle conoscenze tradizionali, pari opportunità di genere. Il secondo pilastro è il prodotto: lavorazioni locali per aggiungere valore in situ, tracciabilità completa, certificazioni riconosciute a livello internazionale come COSMOS ed ECOCERT. Il terzo è l’ambiente: raccolta sostenibile, tutela della biodiversità, riduzione dell’impronta di carbonio. Chi desidera esibire il marchio “Ethical Cosmetic Supplier” deve inserire in formula almeno un attivo Ethiplayer, firmare una lettera d’impegno annuale e destinare una quota economica al progetto sociale in corso.

A oggi fanno parte del network trentasei distributori su cinque continenti. «L’adesione non è scontata» chiarisce Alessandra Mancini, responsabile di Amita Health Care, partner per l’Italia. «Ogni anno dobbiamo dimostrare di mantenere gli standard, altrimenti perdiamo il diritto di usare il logo».

Gli attivi che raccontano il territorio

Il portafoglio Ethiplayer comprende dieci ingredienti signature. Tra questi spiccano Cobioage®, estratto di Caesalpinia spinosa, leguminosa che cresce sugli altopiani andini: ricco di polisaccaridi, contrasta la glicazione delle fibre di collagene, migliora elasticità e compattezza. C’è poi Dragon’s Blood, un lattice rosso ottenuto con incisioni superficiali dell’albero Croton lechleri: una resina ad azione cicatrizzante, scudo antiossidante ed efficace barriera antipollution. Infine Chiaprotect®, olio extravergine di semi di chia amazzonica con oltre il 60 per cento di acidi grassi omega‑3, che nei test ex‑vivo dona ai capelli un surplus di brillantezza dell’88 per cento dopo due applicazioni.

Dietro ogni ingrediente c’è un percorso scientifico – dossier tossicologico, studi in vitro e in vivo, Life Cycle Assessment – ma anche una storia umana. Nel distretto di Ayacucho, per esempio, la tara destinata a Cobioage® viene essiccata e macinata in loco da una cooperativa femminile che, grazie al prezzo di conferimento stabilito in anticipo, ha potuto finanziare micro‑prestiti e corsi di alfabetizzazione digitale.

Fondamenti del Protocollo Ethiplayer

Dal laboratorio allo scaffale: tre casi scuola

Nel marzo 2024 Amita Health Care ha presentato a Cosmoprof Bologna un concept di routine viso dedicata alla menopausa. Sieri e creme combinano Cobioage® a Chiaprotect® Skin, con l’obiettivo di migliorare densità cutanea e comfort. Il kit – destinato a marchi terzisti – ha registrato contatti con oltre cinquanta formulatori europei in tre giorni di fiera.

Dall’altra parte del globo, a Sydney, il distributore Avenir Ingredients ha messo a punto Urban Shield Serum, un concentrato antipollution per pelli metropolitane: Dragon’s Blood al due per cento riduce del ventitré per cento la formazione di ROS intracellulari dopo esposizione a particolato fine e luce blu. «I brand indie australiani sono assetati di storytelling credibile» nota la fondatrice Belinda Carli, «e la filiera Ethiplayer offre un pacchetto chiavi in mano: efficacia, tracciabilità, responsabilità sociale».

In Sudafrica, infine, Botanichem ha incorporato Chiaprotect® Hair in una maschera concepita per i capelli afro‑texturizzati: studi su ciocche trattate mostrano un incremento di lucentezza del settantasette per cento e una pettinabilità superiore del trentaquattro per cento rispetto al placebo. Il prodotto pilota, lanciato online con la campagna Roots & Radiance, ha raccolto in una settimana tremila recensioni con rating medio 4,7/5.

Quando la cosmetica paga la scuola

La quota versata da ciascun membro finanzia un progetto sociale scelto collegialmente. Nel 2022 è toccato a Connecting with Joy: centocinquantotto bambini con disabilità dell’area di Chimbote, costa settentrionale, hanno ricevuto tablet, connessione e materiale sensoriale per colmare il digital gap esploso con la pandemia. L’anno successivo i fondi sono arrivati sulle Ande, ad Ayacucho: è stata ristrutturata la residenza che ospita ottantotto studenti dell’istituto tecnico Fe y Alegría 60, con nuovi dormitori, mensa e blocchi sanitari.

Il cantiere 2024‑2025 si sposta nella selva amazzonica, provincia di Condorcanqui. Qui Ethiplayer – in sinergia con l’ONG spagnola Entreculturas – sta riqualificando un terreno agricolo sperimentale, costruendo una zattera‑laboratorio per le lezioni di biologia e completando ponti e servizi igienici: a fine aprile 2025 i lavori erano all’85 per cento. «L’obiettivo è formare centoventidue giovani in agronomia tropicale e gestione sostenibile del territorio» racconta Sister Marisol, preside del centro didattico.

Impatto misurabile, non slogan

Oltre alle storie, ci sono i dati. La lavorazione in loco della tara, anziché l’esportazione del baccello grezzo, consente di risparmiare in media 1,4 tonnellate di CO₂ equivalente ogni dieci tonnellate di estratto. Il sistema dei “prezzi concordati” garantisce ai coltivatori un margine del diciotto per cento superiore al mercato spot. Sul fronte marketing gli effetti non sono meno tangibili: un’indagine condotta su ottocentoventi consumatori tra Europa e America Latina evidenzia che il logo Ethiplayer aumenta del dodici per cento l’intenzione d’acquisto e migliora di nove punti il Net Promoter Score.

Le sfide che restano

Il modello, naturalmente, non è immune da criticità. Il cambiamento climatico mette sotto pressione la produzione di tara; serve investire in vivai resilienti. A livello normativo mancano standard internazionali capaci di certificare il cosiddetto “prezzo etico”: Cobiosa sta collaborando con il comitato ISO TC 217 per la stesura di un white paper atteso nel 2026. E poi c’è il capitolo trasparenza digitale: entro fine 2025 Ethiplayer promette una blockchain per tracciare lotto per lotto provenienza, data di raccolta e compenso corrisposto al produttore.

Uno sguardo al futuro

Il sessanta per cento della pipeline R&D di Cobiosa per il quadriennio 2025‑2028 arriverà da specie andine mappate grazie a Ethiplayer. Tra i lanci in arrivo spiccano CobioBright®, estratto di superfood ad azione illuminante, e Passionare Oil®, olio di passiflora ricavato da semi di scarto dell’industria agroalimentare. L’ambizione è chiara: trasformare Ethiplayer da progetto corporate a piattaforma aperta, alla quale possano aderire altre aziende ingredientistiche con i medesimi standard.

Iniziative di sostenibilità di Cobiosa

«La vera sfida della cosmetica non è più trovare l’ennesimo attivo performante, ma dimostrare che quell’attivo migliora la vita di chi lo produce e non danneggia il pianeta» sintetizza Denise Landi, sustainability manager di un marchio dermocosmetico che sta valutando l’ingresso nel network. Se così sarà, Ethiplayer avrà dimostrato che bellezza ed etica possono davvero andare nella stessa direzione – non per moda, ma per necessità di sistema.

Per informazioni: info@ethiplayer.com

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